Momenti e problemi di storia politica in Sicilia
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I quattro saggi raccolti in questo volume ci offrono uno spaccato avvincente
del “lungo dopoguerra” siciliano, cominciato già nell’agosto del 1943 e
conclusosi dieci anni dopo con la sconfitta elettorale della cosiddetta legge
truffa.
La rottura della collaborazione governativa fra la Democrazia Cristiana
e i socialdemocratici fu strettamente legata all’esito delle elezioni regionali dell’aprile
1947 e alla di poco successiva strage di Portella della Ginestra, a conferma
della rilevanza dell’isola negli equilibri politici nazionali, nonché nella
traduzione operativa dell’appena annunciata dottrina Truman.
Subito dopo l’espulsione delle sinistre dal governo nazionale e la formazione degli esecutivi
regionali guidati dalla Dc si assiste ad un’impennata delle lotte operaie e contadine,
fronteggiate da una gestione dell’ordine pubblico basata sulla riesumazione
della legislazione fascista. Pertanto, non furono le paventate – e quasi
mai approvate – “leggi eccezionali” a ostacolare o vanificare del tutto i numerosi
diritti e garanzie costituzionali, ma una prassi repressiva che si voleva giuridicamente
fondata su capisaldi quali la legge di pubblica sicurezza del 1931.
in tal modo, l’analisi della realtà postbellica siciliana contribuisce a restituirci
nei suoi termini reali tutta la complessità del percorso dell’italia intera verso
una vera e compiuta democrazia.