“Genius loci. Libri, canzoni, persone”, di Maurizio Padovano | Sciascia e Bagheria, un mosaico di emozioni e ricordi, di Marcello Benfante, la Repubblica Palermo, 4 giugno 2023.
È un po’ difficile definire il testo “polifonico” (a dirla con Emiliano Morreale, autore di una illuminante postfazione) di Maurizio Padovano che ha per titolo “Genius Loci” (Istituto Poligrafico Europeo, pagine 160, 15 euro).
Un testo spurio, in cui cioè s’intrecciano e consuonano emozioni e ricordi, presenze, suggestioni, che si direbbe un romanzo di formazione, ma fa pensare anche a un saggio antropologico di interconnessioni autobiografiche. Una via di mezzo, insomma, tra la storia di un luogo e la storia di un’anima. O meglio ancora, il resoconto di un incrocio tra anime, tra destini.
Il luogo è Bagheria. Un luogo-anima, peraltro. Ossia, appunto, un genius loci. Il destino è quello dell’autore, le cui origini sono stabilite da alcuni incontri fatali. In primo luogo con Leonardo Sciascia, in virtù del suo «tenace e articolato» rapporto con tanti intellettuali baarioti.
Questo incrocio di sentieri prende le mosse dal ricordo e dal racconto di un’immagine fotografica. Vi si scorgono, come in una sequenza filmica, tre uomini a bordo di un’automobile intrappolata nel traffico furibondo di Bagheria. Sono il pittore Giacomo Porzano, lo storico Enzo D’Alessandro, entrambi bagheresi, e Leonardo Sciascia, che sembra in preda a un’irrefrenabile crisi di ilarità e ride fin quasi alle lacrime (e lo ritroviamo spesso a ridere, a Bagheria, in questo romanzo, come in un luogo della felicità).
Il fotogramma si anima e assurge a immagine emblematica in cui si prefigura il destino dello stesso Padovano, il quale, ancora studente liceale, scopre “Kermesse” di Sciascia: «Un terremoto che ha deviato il corso della mia vita verso l’amore incondizionato per la letteratura e verso un odi et amo mai sopito per Bagheria».
Imprinting piuttosto anomalo, in verità, e che comunque è preceduto dall’incontro con “Il giorno della civetta” già alle scuole medie, ma che si spiega proprio in termini di genius loci con una famosa epigrafe di Borges posta da Sciascia in esergo al volumetto selleriano di annotazioni su quella “scienza certa” che è l’amore del luogo natio: «Ho l’impressione che la mia nascita sia alquanto posteriore alla mia residenza qui. Risiedevo già qui, e poi vi sono nato».
Il luogo originario, dunque, come luogo dell’anima, come luogo prenatale. Si appartiene a un luogo, che ci appartiene intimamente, per sempre, da sempre.
Tale è il rapporto di Padovano con la sua città. Un rapporto contraddittorio e talora conflittuale, ineludibile, claustrale. Un’uscita di sicurezza si rivela il rapporto con l’opera di Sciascia di cui Padovano fa l’oggetto della sua tesi di laurea (a partire da un’anomala produzione di gialli). E proprio come in un giallo si vanno progressivamente intrecciando gli indizi di un rapporto sempre più stretto di Sciascia con Bagheria. Cominciando dal sodalizio, a volte problematico, con personalità come Guttuso e Ferdinando Scianna.
Di questa trama di relazioni culturali e amicali resta traccia soprattutto in un breve testo di Sciascia che appartiene alla silloge adelphiana dei “racconti dispersi” intitolata “Il fuoco nel mare”. Si tratta di “Una commedia siciliana” che si apre con una definizione precisa e sentimentale di Bagheria: «B. è un grosso paese siciliano pieno di gente estroversa, acuta; per astuzia gli abitanti di B. sono famosi in tutta la Sicilia, forse anche in Italia». E ancora: «… la vita nel paese si muove come su due piani… uno enfatico e mistificatorio – dialogo, luce, festa – e l’altro chiuso e segreto, corroso da acre violenza e disperazione».
Tra questi due piani paralleli di estroversione luminosa e di angosciosa chiusura si muove in modo armonioso anche la narrazione di Padovano, tra memoir aneddotico e nostalgica rievocazione, accostando con eleganza le tessere di un particolare mosaico in cui si compone l’immagine di un ritratto autobiografico che è insieme il volto di una comunità.
Presentazione in anteprima: venerdì 9 giugno 2023, ore 19.30 > Una marina di libri | villa Filippina, Palermo (per informazioni sui biglietti d’ingresso e il programma completo, visita il sito unamarinadilibri.it)