Venere di Laussel
La Signora di Laussel (che ha una età stimata tra i 25.000 e i 20.000 anni) ha un grande corpo fecondo, forse pregno, originariamente ricoperto di ocra rosso sangue. Nella mano destra tiene un oggetto variamente interpretato: un corno, probabilmente di bisonte, forse strumento per libagioni rituali, forse uno strumento musicale (un aerofono o un idiofono a raschietto) o, poiché a forma di luna crescente, un calendario lunare: esso simboleggia lo scorrere ciclico del tempo; associato al colore del sangue, mostra come la prima misura del tempo sia stata lo scorrere ritmico del sangue mestruale.
“Il corno della Signora di Laussel è segnato da tredici incisioni. Il numero tredici rappresenta il numero dei giorni nella fase lunare dalla luna nuova a quella piena – o il numero dei giorni che portano all’ovulazione nel ciclo mestruale della donna. In entrambi i casi ha un ulteriore significato: sia le tredici fasi lunari che i tredici cicli mestruali fanno un anno” (Layne Redmond, Quando le donne suonavano i tamburi, Venexia 2021, pp. 42-43).
La Signora di Laussel tiene il corno in una mano, e con l’altra sembra indicare il suo ventre o la sua vulva, come a indicare la relazione tra cicli lunari, cicli mestruali e gravidanza.
Venere di Laussel, Bordeaux museum, Francia.
Fonte immagine: Wikipedia.
Fonte immagine (part.): Wikipedia.
Venere di Berlino
Questa immagine non è l’unica figura femminile ritrovata nel sito, ma solo la meglio conservata. In realtà, nella stessa località sono state trovate altre figure femminili: oltre alla più nota, ci sono la cosiddetta ‘Venere di Berlino’ (perché conservata al Museum für Völkerkunde di Berlino) e la ‘Femme a la Tete Quadrillée’, un bassorilievo di una donna con la testa completamente ricoperta da un copricapo a rete, molto simile a quello indossato dalla Venere di Willendorf. Entrambe tengono in mano un corno o un osso, che potrebbe essere un calendario luni-solare, e sembrano appartenere a un unico insieme scultoreo. La scena dell’Abri Laussel, ricostruita dall’archeoastronomo Michael Rappenglueck, mostra le tre donne, incinte, ognuna con un corno in mano: potrebbe essere la rappresentazione di tre donne intente a determinare la durata della gravidanza e prevedere la data del parto; una quarta figura presente nel sito, chiamata ‘Carta da gioco’ sembra confermare questa ipotesi: si tratta di una donna con le gambe piegate (presumibilmente accovacciata) sotto la quale è raffigurata un’altra figura umana che sembra speculare alla figura superiore, come in certe carte da gioco francesi. Se si compara questa immagine con altre di periodo storico (ad esempio dall’Egitto faraonico) che rappresentano donne durante il parto sotto le quali ‘spunta’ il neonato – a testa in giù – la somiglianza è evidente.
I bassorilievi di Abri Laussel fanno supporre che già intorno al 23.000 a.C. si stessero ponendo le basi per un calendario in cui l’anno solare era composto da 12/13 mesi lunari.
Fonte immagine: Don Hitchcock 2015 – Don’s Maps.
Femme à la tête quadrillée, Laussel.
Fonte immagine: Cohen 2003 – Don’s Maps.
Playingcard Venus
Fonte immagine: Don Hitchcock 2015 – Don’s Maps.
Riferimenti de Il Sacro al femminile. Figure e forme rituali in area mediterranea fra memoria e contemporaneità, a cura di Barbara Crescimanno: p. 18 (Barbara Crescimanno, Ninfe siceliote. Persistenze e trasformazioni).